sabato 14 agosto 2010

La paura della verità

Andrea Pazzaglia

Robin Edizioni


Recensione di Ivo Ginevra


“C’è un odore per ogni età della nostra vita”.
Andrea Pazzaglia in questo romanzo ci regala il personaggio di Leonardo Del Sapio. “Un po’ malinconico e amante della natura, che passa le sue giornate coltivando la terra, immerso nella tranquillità del podere dove abita. A quarant’anni ha finalmente trovato la vita che desiderava, circondato da amici con cui condividere una buona cena e più di qualche bicchiere di vino rosso. Amante delle donne, ma profondamente innamorato di sua moglie Mara, Leonardo scoprirà pian piano di avere un fiuto particolare nello svelare misteri apparentemente irrisolvibili”.
Diciamo subito non è un giallo ricco di colpi di scena, con inseguimenti, sparatorie, caterve di morti ammazzati e poliziotti. È un giallo, semplice, tenero, equilibrato, intimista, con perle di saggezza, e riflessioni naturali che sebbene possano apparire ovvie e scontate di questi tempi non sono quasi mai scritte, lette, raccontate. Il fascino della scrittura di Pazzaglia è tutto qua, nel rapporto con il quotidiano, con la terra, gli affetti, la semplicità delle piccole cose. Dei piccoli gesti.
È un libro piacevole che affascina col suo incedere pigro degli eventi. La forza di Pazzaglia sta proprio nell’aver saputo cogliere e ben rappresentare la gestazione del processo mentale che travolge, suo malgrado, il pacifico protagonista del romanzo trasformandolo da felice campagnolo in vero detective.
Il personaggio di Leonardo Del Sapio è fresco, umano, molto originale ed estremamente credibile. I suoi valori sono quelli classici della famiglia, dell’amore, dell’amicizia e sono mostrati senza retorica e falso perbenismo. Il linguaggio per esprimere questi concetti è essenziale, calibrato e al contempo nostalgico. Un ottimo mix. Trascrivo da pag. 13 una riflessione dell’autore sull’amico morto che esprime perfettamente il dramma dell’indifferente incedere del giorno a dispetto del dramma personale. “… Il senso dell’assurdo che accompagna la morte delle persone ancora sane l’aveva seguito per tutto il giorno, spesso nella vigna in maglietta e pantaloni da lavoro, sotto un sole vivo che pareva, dopo gli scrosci dei giorni scorsi, non volersi più riposare”. E poi ancora da pag. 14 la riflessione di Del Sapio sull’amico scomparso che oramai non vedeva da tempo: “….Era quasi un estraneo oramai, crediamo che l’amico resti lì ad aspettarci e di poterlo ritrovare in ogni momento, ma ogni giorno nuove cose lasciano i loro resti di colori e polvere ad otturare i vecchi canali di comunicazione per cui bastava un gesto o uno sguardo per capirsi. Si rimane un po’ a combattere per cercare di trovare la chiave, la parola, il lessico per riattivarli, poi con tristezza si capisce che restano solo i ricordi e quel fondo di rispetto e malinconia per ciò che ci siamo dati, per ciò che siamo stati….”.
In definitiva un ottimo esordio per Andrea Pazzaglia ed un nuovo protagonista quello di Leonardo Del Sapio, indubbiamente bucolico, ma tanto umano, e che spero di poter rincontrare ancora.
Leonardo potrebbe essere ognuno di noi se solo avessimo il coraggio di buttare la nostra valigia 24 ore in un fiume e andare a vivere in campagna coltivando la terra per un ottimo vino.
“Lasciare la noia talvolta è più difficile di affogarci”.

Ivo Ginevra

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