martedì 31 luglio 2012

Una brutta storia

Autore: Piergiorgio Pulixi

Editore: Edizioni e/o

Anno: 2012

Pag. 439

TRAMA Una saga che ha per protagonisti una banda di poliziotti che si muovono ai confini della legge; un romanzo che getta coraggiosamente luce su un argomento tabù come quello della corruzione nelle forze di polizia. "Una brutta storia" è un dramma poliziesco corale che trasuda passioni, richiamando il pathos delle tragedie unito all'epica narrativa delle serie tv americane. Quella dell'ispettore Biagio Mazzeo non è una famiglia normale. E una famiglia composta solo da poliziotti. Un clan molto unito. Un branco dove si combatte insieme contro il crimine. Ma Mazzeo e i suoi ragazzi non sono poliziotti comuni: sono una banda di sbirri corrotti in seno alla Narcotici, che hanno preso il controllo delle strade col pugno di ferro. Mazzeo guida i suoi come se fosse un patriarca mafioso e farebbe qualsiasi cosa pur di salvaguardare l'integrità della sua famiglia: anche andare contro i suoi superiori o uccidere. Quando si presenta loro il colpo della vita, quello che potrebbe renderli tutti dei milionari, Mazzeo e la sua squadra non si tirano indietro. Ma il caso vuole che sulla loro strada spunti il cadavere di un criminale ceceno, non un delinquente qualsiasi, bensì il fratello di Sergej Ivankov, un potente mafioso ex leader della guerriglia di liberazione della Cecenia. Ivankov e il suo clan si recano in Italia in cerca di vendetta: quella che scateneranno contro Mazzeo e i suoi uomini sarà una guerra senza pietà.

Recensione di Ivo Tiberio Ginevra
pubblicata su www.thrillercafe.it

 

I motori che fanno viaggiare in fretta questo romanzo verso il piacere della lettura, sono molti e contrapposti. Non sono neanche nuovi o ricercati (amore, odio, ricchezza, famiglia ecc.) però Piergiorgio Pulixi li ha amalgamati fra loro nel modo migliore con la capacità di un attento sceneggiatore, dove nessun dettaglio è trascurato all’interno di una trama elaborata, nei suoi aspetti formali e strutturali.

In Una brutta storia la forma drammatica è necessariamente spinta fino alla tragedia per dare all’opera una nuova connotazione dal taglio epico, ricco di complotti e tormenti, proprio come un romanzo ottocentesco.

Fra i punti di forza si apprezza molto la contrapposizione dei due personaggi principali, Mazzeo e Ivankov. Solo che questa volta in ossequio al noir più puro, non abbiamo di fronte un personaggio positivo ed uno negativo, ma solo due soggetti negativi, crudeli e spietati, che si affrontato in una lotta senza esclusione di colpi per realizzare ognuno i propri cattivi ideali. La frase: ”L’amore mi ha reso debole. Non fare anche tu come me se non vuoi farti ammazzare” è il vero leit motiv della dimensione tragica e contestualmente epica di questo romanzo che rappresenta una nuova frontiera futuristica del noir italiano, fra sentimenti d’odio e amore del tutto distorti.

Piergiorgio Pulixi ci fa entrare in questo nuovo mondo ricco di personaggi tutti perfettamente caratterizzati, con un profilo psicologico completo fino ai dettagli, ed anche se qualche cosa può sembrare già letta, come l’infanzia disagiata del protagonista, o spiegata in antefatti introduttivi per ogni personaggio, è in ogni caso ben descritta e ben s’intona nel contesto dell’opera, perché alla fine i tratti caratteriali d’ogni soggetto, sono approfonditi interiormente e restituiti umani e credibili pur nella loro crudeltà. Vi sono, infatti, una ventina di comparse che nell’arco delle 439 pagine, diventano protagonisti a loro volta con una storia nella storia che si aggiunge con naturalezza alla trama principale.

Una delle cose più riuscite in questo romanzo è il contrasto armonico e disarmonico al tempo stesso fra il bene e il male rappresentato all’interno delle stesse forze di polizia. Il protagonista ispettore di polizia Biagio Mazzeo insieme ai suoi uomini e colleghi, in realtà sono dediti alla delinquenza fatta da corruzione, omicidio, ricatto ed altre illegalità del genere, ma riescono a vivere insieme come in una famiglia allargata chiamata da loro stessi “Il branco”, dove i canoni tradizionali della lealtà, sacrificio, protezione ed affetto sono rispettati da tutti i componenti fino a convincere il lettore, che i cattivi in fondo sono dei buoni e possono essere perdonati per le loro nefandezze, arrivando all’assurdo nel canalizzare sul male assoluto anche le proprie simpatie e condividere i loro cruenti modi di agire.

Appare realistico anche il senso d’abbandono ed alle volte d’impotenza, che i nostri tutori dell’ordine devono subire per contrastare la criminalità in modo efficace. Mi riferisco ai tagli di bilancio effettuati da un’amministrazione centrale ed indifferente, che tutto travolge per esigenze di budget riducendo ogni cosa all’essenziale. La descrizione di questo stato d’animo, concreto e sfiduciato è fra le pagine più realistiche e riuscite di Una brutta storia.

Per finire, la narrazione di Pulixi colpisce anche per l’assenza di pause e di retorica. È sapientemente gestita staccando l’azione al momento opportuno, con la logica conseguenza di rapire il lettore all’interno della storia per rilasciarlo solo alla fine, obbligandolo ad arte nella prosecuzione ad oltranza della lettura, il tutto con uno stile leggero, fluido, essenziale fin dalle prime pagine e di grande respiro.

S’intuisce sul finire dell’opera la possibilità di un seguito delle vicende dell’ispettore Mazzeo e del suo branco. Il mio personale augurio è di leggere quanto prima altre storie su questi bastardi poliziotti e di acclamare Piergiogio Pulixi fra i migliori romanzieri del noir italiano.
recensione di Ivo Tiberio Ginevra

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