domenica 29 agosto 2010

14 colpi al cuore

AUTORI VARI


MONDADORI EDITORE


Recensione di Ivo Ginevra


Il mio amico avvocato Nino Bonanno mi ha prestato da leggere un libro di Autori Vari edito Mondatori nel 2001, dal titolo “14 colpi al cuore”.
Quest'antologia è curata da Serge Quadruppani e gli scrittori che è riuscito a raccogliere sotto l’etichetta Mondatori sono di tutto rispetto, basti dire che il primo racconto è di Andrea Camilleri, per l’appunto la “Ballata per Fofò La Matina”, divenuto in seguito quel meraviglioso e singolare romanzo di “La stagione della caccia” edito Sellerio.
Gli altri “Autori Vari” sono tutti famosi al pubblico di appassionati del noir e li elenco in stretto ordine di pubblicazione del racconto: Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Nino Filastò, Massimo Carlotto, Santo Piazzese, Danilo Arona, Marcello Fois, Enzo Fileno Carabba, Eraldo Baldini, Michele Serio, Giacomo Cacciatore, Casare Battisti e Sandrone Dazieri.
Ognuno di loro ha dato un racconto che è una piccola perla di 30 pagine circa.
A Quadruppani va indubbiamente dato il merito di avere saputo scegliere con cura questi autori e ognuno con il suo colpo sparato arriva dritto al cuore. Un cuore noir nella migliore tradizione italiana contemporanea.
Ad 8 anni dalla sua pubblicazione quest’Oscar Mondadori regge bene il confronto con altre raccolte di racconti del genere.
Le storie sono tutte veramente belle e diverse fra loro e (ad eccezione di quella di Cesare Battisti che non mi è piaciuta per niente e che ritengo un infortunio) non ho nulla da dire se non un grazie a questi autori che mi hanno dato un autentico momento di piacere.
La bellezza dell'antologia sta nel biglietto da visita consistente in un piccolo racconto consegnato dallo scrittore ad ogni lettore che non lo conosce o che lo ha solo sentito nominare, e l’effetto prodotto è quello di mettersi subito alla ricerca dei vari libri di questi autori; infatti non potrò esimermi di acquistare subito qualcosa di Gianfranco Manfredi che sconoscevo ed ho ammirato nella sua storia dal titolo “La matematica non è un opinione”. Stesso discorso vale per Laura Grimaldi con il suo racconto: “Tonio dai coltelli”, ed Eraldo Baldini con la sua “Spiaggia privata”. Pregevole anche la tensione creata da Michele Serio in “La casa infestata” e veramente bella la storia di Giacomo Cacciatore dal titolo “L’abbaglio”, dove in solo 31 pagine lo scrittore descrive brillantemente una storia di polizia intricata, con un linguaggio fresco e duttile, consegnandoci in modo caratterialmente completo il protagonista brigadiere di “piesse” in attesa si pensionamento, Vittorio Cacciamali. Un solo aggettivo per "Cane mangia cane" di Marcello Fois: bellissimo. Ha un incredibile personaggio e un finale strepitoso, così come il racconto di Massimo CarlottoStoria di Gabriella vedova della mala” che riprende ed anticipa i suoi romanzi con l’ormai famoso Alligatore. Bello e irreale “L’eclissi del granchio” di Nino Filastò, e impeccabile come sempre Sandrone Dazieri, nel suo inconfondibile stile asciutto dei “I ragazzi del jukebox”. Il racconto di Santo Piazzese, “L’estate di San Martino”, è bello, originale e anticipa di poco il linguaggio perfetto del suo terzo romanzo “Il soffio della Valanga”.
Se fossi stato componente di una giuria e per l’assegnazione del premio e mi fossero arrivati in finale questi 13 scrittori, avrei avuto serissime difficoltà per nominare un vincitore, ma poi senza voler togliere nulla dei propri meriti a nessuno, avrei scelto Fois perché completo nello stile ed in piena obbedienza al noir denso di colpi di scena. Una menzione l’avrei sicuramente data a Manfredi per la sua originalità, e poi anche a Cacciatore, Carlotto e Serio. Il maestro Camilleri l’avrei ovviamente messo fuori concorso e sono indegno anche di nominarlo.
Questo libro non lo restituirò mai più a Nino, anche se la Mondadori nel 2002 ha pubblicato un'altra edizione reperibile in commercio cambiando la veste grafica di copertina ed aggiungendo un racconto intitolato "Reinhardt Klotz" dell’ottimo Carlo Lucarelli, non presente in quello fregato al mio amico.

Ivo Ginevra

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